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Visualizza articoli per tag: uomo ragno

The Amazing Spider-Man

Giovedì 09 Agosto 2012 00:32

In ritardo rispetto a molti, spinto più per dovere che per altro, in un caldissimo pomeriggio di questa estate infernale, decido pure io di guardare il nuovo Amazing Spider- Man. Devo ammetterlo, arrivo ai titoli di testa con lo stesso entusiasmo di uno che deve far la coda dal macellaio: ok, non è una cosa tremenda, la si fa, c'è di peggio.

Troppe le critiche negative sentite da chi, carico di entusiasmo e aspettative (magari troppe) era corso alla prima nazionale. Troppi i difetti, le incoerenze, rispetto alla trilogia di Raimi, ma questo, ai miei occhi, era nettamente un punto a favore di Webb, che firma con questo il suo secondo lungometraggio dopo la commedia romantica “(500) giorni insieme” del 2009.

Inizia il film. Non ho nemmeno voluto vedere il trailer, quindi, carico dell'effetto sopresa, rimango favorevolmente colpito da quel che vedo. Per molte sequenze la mia mente viene riportata indietro nel tempo, ai pic-nic estivi passati a leggere i fumetti Marvel, gli originali, quelli dove Peter Parker non aveva (grazie al cielo) il faccione un po' tonto di Tobey Maguire e tanto meno sparava ragnatele dai polsi. Insomma, vedo molte più analogie con il vero spirito del fumetto originale, a cominciare dal profilo dei personaggi.
Qua e là, inevitabilmente, si notano alcune pecche ma che ai fini della storia ci possono pure stare. Colori, ambienti, costumi, battute, personaggi secondari e piccoli dettagli rispecchiano alla grande tutto ciò che anni prima Stan Lee, che ci offre un cammeo eccezionale verso la fine del film, aveva creato.
Arrivo ai titoli di coda (con immancabile easter egg) mentre una strana sensazione mi prende di sorpresa: non sono annoiato! Né tanto meno disgustato, incazzato o deluso, tutte emozioni procurate dal primo film di Raimi. C'è del buono in questa pellicola. Non è un capolavoro, non lo rivedrei a breve, ma c'è del buono. Certo, potrebbe durare molto meno. Certo, i ritmi narrativi andrebbero rivisti e certo, le musiche andrebbero assolutamente rifatte! Ma, tutto sommato, il film è buono e batte alla grandissima la trilogia precedente.
La vera domanda, a questo punto, non sembra più essere se si sentiva il bisogno di questo reboot quanto invece se Sony non potesse prendere prima la strada del back to original glissando su i forzati Spiderman 2 e 3.

In conclusione spicca positivamente il gran lavoro del cast, l'accuratissima regia, il lavoro di sceneggiatura e dei reparti tecnici. Dietro la lavagna manderei solo il compositore della colonna sonora a far compagnia ai già citati produttori Sony.
Decisamente indicato per un paio d'ore di buon intrattenimento, come un ottimo vecchio fumetto, ma con molti più effetti speciali!

Alessandro Zorzetto

Spider-Man: Un nuovo universo

Martedì 25 Dicembre 2018 10:34
Sfido chiunque a non conoscere l'Uomo Ragno: dal 1962, data della sua creazione ad opera di Stan Lee e Steve Dikto "l'amichevole Spider-Man di quartiere" è entrato nell'immaginario collettivo di tutti, perfino di chi non ha mai letto un solo “Marvel”. La sua inossidabile presenza negli albi a fumetti, i tre filoni cinematografici, le serie TV animate (nove), lo hanno consacrato come uno dei personaggi più popolari della pop culture. Tutti conoscono la storia di Peter Parker, morso da un ragno radioattivo, fotografo timido e sfigato senza il costume, eroe sagace con la tutina rossa e blu. Pochi conoscono invece la storia di Miles Morales, lo Spider-Man dell'universo alternativo Ultimate, creato nel 2011 da Brian Mendis e disegnato da Sara Pichelli dove tutto viene rimesso in gioco. “Spider-Man: Un Nuovo Universo” diretto da Bob Persichetti, Peter Ramsey e Rodney Rothman ha lui come protagonista ci racconta le sue origini e apre tutte le porte dei multiversi della 'Casa delle idee'. Miles è diligente e popolare a scuola, suo padre Jefferson è un poliziotto, suo zio Aaron Davis è uno scapestrato. I suoi primi passi al college proseguono senza intoppi, per quanto abbia delle normali difficoltà di integrazione nella nuova classe, dove però una bella ragazza biondina sembra interessata a conoscerlo, quando un fatto casuale lo trascina nel vortice delle 'grandi responsabilità' di un supereroe. Suo il compito di ripristinare la realtà dopo che lo spietato Kingpin (lo storico villain Wilson Fisk) ha aperto un portale verso le dimensioni parallele per cercare di riportare in vita l'amata moglie Vanessa. È un esempio riuscitissimo di come un film fatto con questa tecnica possa portare le pagine di un fumetto sul grande schermo, letteralmente, talvolta meglio dei film veri e propri, uscendo dagli schemi delle classiche versioni animate tradizionalmente o 3D: i fondali ricchissimi di particolari, sono talvolta sfocati, a mettere in protagonisti in luce, esattamente come sulla carta. Le vignette con tanto di narrazione in prima persona, calcano le scene più importanti. Miles ha origini ispaniche e afro-americane, da qui lo spunto per disegnare attorno a lui un mondo di colori accesi al neon che sembrano usciti da una bomboletta spray, lo stesso protagonista ha l'hobby dei Graffiti. Allo stesso modo questo ha offerto lo spunto per la colonna sonora di James Cartwright che si è affidato al cantante pop e R&B Tyler Cole per il brano portante 'Way Up'. Nonostante il film sia pensato e adatto anche per i bambini, è dichiaratamente diretto agli adulti e agli appassionati. Al centro della vicenda una strana amicizia nata per caso, dove il mentore impara dall'apprendista e viceversa. Con la benedizione di Stan Lee, e la sceneggiatura di Phil Lord è riuscitissimo: rispetta i personaggi è ricco di citazioni pertinenti e sorprendentemente commuove.
 
Francesca Tulli
 

Spider-Man: Far From Home

Mercoledì 10 Luglio 2019 10:24

Gli Elementali, mostri giganteschi con poteri primordiali legati (come suggerisce il nome) ai quattro elementi, fuoco, aria, acqua e terra, minacciano il pianeta, orfano di Tony Stark, compianto in ogni angolo del mondo. Senza gli Avengers a proteggere gli esseri umani della minacce extraterrestri, Nick Fury si rivolge ad un nuovo alleato, un alieno Quentin Beck altresì noto, in futuro come Mysterio (Jake Gyllenhaal) furioso perché a suo dire, le stesse creature, responsabili per la morte della sua famiglia, hanno devastato la sua patria natia. Seguito diretto di Avengers: Endgame  (2019) diretto da Jon Watts come il precedente stand alone Spider-Man: Homecoming (2016) prosegue le avventure del sedicenne Parker nella sua terza incarnazione cinematografica, legata all’MCU, un contesto ben più ampio in cui, lo scenario, si allarga a macchia d’olio su infinite possibilità e combinazioni. Tutte le persone scomparse con lo schiocco di dita di Thanos (Avengers: Infinity War 2018) , il famoso “snap” sono riapparse prive di ricordi e con qualche anno in più dopo la sua sconfitta, questo fenomeno è stato chiamato effetto “blip”. “Blippato” come amano dire gli studenti, distrutto dalle perdite subite, dopo aver vagato nello spazio e nel tempo, Peter Parker (Tom Holland), vuole godersi la gita scolastica che prevede un itinerario europeo, alla scoperta della scienza e offre un’ ottima scusa per trovare il modo di dichiararsi a MJ, Michelle Jones (Zendaya) la ragazza più bella e sfuggente della classe. Per questo Spidey può sempre contare sulla solidarietà del suo amico Ned Leeds (Jacob Batalon) l’unico compagno di classe a conoscere la sua identità segreta. I fantasmi del passato però lo tormentano, così come la “grande responsabilità” di prendere il posto di Tony come suo erede, tra illusioni e fallimenti, il ragazzo si trova a dover fare i conti con i super problemi che lo affliggono (metaforicamente) dal 1962, quando Stan Lee e Jack Kirby crearono il personaggio, più amato e famoso della scuderia Marvel. Posando su una base pregressa di eventi complessa e valida, il film ha un tono scanzonato, divertente, ha il  tipico umorismo adolescenziale che fa presa sulle nuove generazioni, senza invalidare la credibilità dei personaggi originali. É stato realmente girato nelle città post distrutte e devastate in CGI a Praga, Londra  e senza perdersi l’occasione di sottolinearne la bellezza tipica che offre ai turisti nella nostrana bella Venezia. La colonna sonora, del maestro Michael Giacchino si arricchisce di canzoni popolari quali il “Bongo Cha Cha Cha” e una versione remix di “Amore di Tabacco” di Mina. Al centro della vicenda il valore della “verità” nella realtà specchio di una società in cui si crede solo a quello che si vuole. Commovente per certi aspetti (ottimo il retcon con i precedenti) fa sorridere e intrattiene. Come ormai spesso accade le scene post-credits sono due, la seconda ci affaccia letteralmente verso nuovi orizzonti.

Francesca Tulli