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Oceania

Giovedì 22 Dicembre 2016 10:53
Piccola, arruffata nei suoi capelli ricci, incantata dai racconti della sua nonna pazzarella, Vaiana intenerisce il pubblico al primo sguardo. Ron Clemets e John Musker navigatori esperti dell'animazione Disney, autori di Aladdin (1992) e della Sirenetta (1989). Tornano a dirigire le acque incantate dell'oceano in CGi, con un occhio sulle avventure di questa piccola eroina avventata. Il "malvagio" Maui, semidio trasformista che può assumere fattezze animali, ha rubato il cuore alla dea della terra. Vaiana figlia del capo villaggio scelta dal destino, si convince di affrontare l'imminete carestia causata da questa catastrofe, cercando una soluzione oltre il Riff di cascate, dove nessuno si era mai (fino a prova contraria) spinto prima. Vaiana è l'eronia femminile che rispetta i canoni della donna imbattibile, che ora fa presa sul pubblico. Dolce e un po' svitata vive questa Odissea con eccessiva tranquillità, ma fa la conoscenza di personaggi variopinti, rubati a alle atmosfere di "Alla ricerca di Nemo" (2013). Colpisce la qualità grafica del prodotto, solo 5 anni fa, hanno confessato i registi  durante la conferenza stampa, non sarebbe stato possibile animare l'oceano con queste possibilità, nonostante i criteri per realizzare l'acqua siano gli stessi di 27 anni fa: calcolare trasparenza, tonalità di colore e fluidità. La colonna sonora di Mark Mancina ci trascina nel mood e la voce “cantata” di  Vaiana in italiano è di Chiara Grispo, giovanissima sfornata dalla fabbrica di Amici 15. I rimandi musicali però strizzano l'occhio  anche al passato, il granchio Tamatoa, canta un inno a  ciò che  “brilla” ("Shiny") firmato da Lin-Manuel Miranda dichiaratamente ispirato (nella versione originale) al sound di David Bowie. Nota di stra merito, all'utilizzo della animazione tradizionale sui tatuaggi “senzienti” di Maui, che si muovono sul suo petto come i vasi greci nelle coreografie di Hercules (1997). Ci si domanda sempre perché i comprimari svolgano un ruolo importante ma non troppo per dare spazio a eroine femminili troppo piene di sé, e il dubbio resta. La forza di Moana però è nel cantato, nelle atmosfere tropicali, nel bisogno di contatto con la natura che ci fa inevitabilmente arrivare, fare un salto ai tropici a dicembre forse sarebbe troppo ambizioso per molti di noi, ma si esce dalla visione piacevolmente riscaldati da un sole digitale.
 
Francesca Tulli