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Limonov

Giovedì 05 Settembre 2024 13:45
Si sale su una giostra che gira sempre più velocemente e ci mostra la vita, gli amori, le passioni di un uomo che ha vissuto con l’intensità massima il suo tempo, ha cercato di trovare una strada per il successo e si è sempre schierato contro i poteri forti perché ha intuito che andare contro corrente lo avrebbe si esposto ma lo avrebbe anche reso più interessante come personaggio di cui parlare e occuparsi.
 
Russo contrario al regime, homeless in America e critico feroce della società dei consumi. Poeta, lavoratore umile ma anche servo del potere quando questo può aprirgli delle porte.
Folle, sconsiderato, incline a gesti eclatanti, narciso, egoriferito, edonista, amante e compagno di dissolutezze. Limonov, nome d'arte di Eduard Veniaminovič Savenko, è tutto e il contrario di tutto.
La regia è anch’essa ondivaga come un saltimbanco e passa da una quinta all’altra in modo repentino. Dilata, comprime, accelera, rallenta, fa prendere fiato allo spettatore prima di ricominciare a correre ancora a perdifiato. Un tourbillon di immagini, di quadri colorati, pieni fino a scoppiare, un po' verità e un pò fantasia, un personaggio reale vestito a festa per essere mitizzato, reso icona al pari di una rock star che detta mode e stili di vita.
 
Il film ha un’estensione che sfida anche il cinefilo più incallito. Più di due ore dense fino a scoppiare che lasciano comunque qualcosa di incompiuto, di sottinteso, di solo accennato.
 
Il racconto procede per salti temporali e si intreccia alla storia della Russia e dell’America, le due superpotenze che da sempre hanno il potere di determinare gli equilibri dell’intero globo terracqueo. Alla fine della visione si emerge spossati come da una lunga apnea e si rimane storditi per tanta e ottima rappresentazione. Si rimane sopraffatti dal dubbio che sia stato tutto troppo enfatizzato, tutto troppo romanzato (il film trae spunto del testo di Emanuelle Carrere), tutto troppo eccessivo e si è pungolati dalla voglia di approfondire le vicende umane che hanno segnato la vita di questo uomo così poliedrico e sfaccettato, così sfuggente e ricco di sfumature, così vitale ed energico, così folle e scriteriato, così anticonformista e sprezzante dei pericoli cui andava incontro con la sua condotta spregiudicata, talmente tanto contro il sistema da esser in molte occasioni fin troppo allineato. Un biopic interessante che colpisce lo spettatore per la sua irruenza, per la sua strabordante materia, per la messa in scena sopra le righe. Vincente l’idea di dividere i racconto in capitoli e di inserire nella visione molteplici elementi grafici.
 
Un plauso meritato agli interpreti che rendono credibile la narrazione e ammaliano con la giusta dose di fascino e maledizione che incarnano. Un film che sdogana e rende noto un personaggio che non è di pubblico dominio ma che merita un ricordo e un approfondimento.
 
 
Virna Castiglioni