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Dal Profondo

Sabato 07 Dicembre 2013 21:54
“Dal profondo”: Luce agli occhi
E’ sorprendente il lavoro fatto dalla regista pugliese Valentina Zucco Pedicini; il suo primo lungometraggio racconta con maestria un viaggio nei sotterranei di una miniera di carbone, l’ultima ancora aperta in Italia.
 
Un viaggio nei sotterranei impolverati della coscienza umana, una lenta e attenta discesa nel sottosuolo, dove la “vita” c’è e combatte.
Gli occhi di Valentina Zucco Pedicini  si sono posati sui lavoratori della miniera Carbosulcis Srl, in Sardegna, per raccontare la storia di questi uomini – in realtà quella di centinaia di persone – impegnati a combattere contro l’imminente chiusura.
“Dal profondo”, Vincitore al Festival Internazionale del Film di Roma 2013 – nella Sezione Prospettive Doc Italia – non è soltanto un documentario di denuncia, è soprattutto una discesa in un mondo sconosciuto, fatto di polvere e lavoro, un’analisi dettagliata di uno stile di vita che molte persone hanno scelto o semplicemente accettato.  
La regista pugliese, all’esordio in un lungometraggio, immortala i lavoratori in un momento ben preciso, quello della protesta e di un’occupazione che durerà 8 giorni. 
La Zucco Pedicini si addentra con la sua troupe negli “inferi” (500 metri sotto il livello del mare), scegliendo di osservare questo mondo sotterraneo attraverso gli occhi azzurri e arrossati dell’unica donna minatore in Italia, l’unica donna del cantiere.
Sono sue le parole off che accompagnano la discesa “nell’oscurità”, è suo il ricordo di un padre minatore morto troppo presto.
La regista coglie tutte le sfumature, i chiaroscuri, le ombre; muove con eleganza e maestria la macchina da presa, fotografando gli ultimi attimi di vita all’interno della miniera.
Siamo di fronte ad un pellicola pregna di sostanza, intrisa di significato e contenuto di cui parlare, ma non basta. “Dal profondo” è esteticamente bello, curato nei particolari: in alcune scene la macchina da presa si muove lenta, immortala e cattura come un pittore le immagini su tela, cogliendone aspetto e anima.
Lo sguardo di Valentina Zucco Pedicini è leggero e rispettoso. 
Racconta e non giudica. Documenta con arte. 
 
 
Silvia Marinucci