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Franny

Sabato 16 Gennaio 2016 12:06
Franny (Richard Gere), protagonista dell’opera prima dell'esordiente Andrew Renzi, è un vecchio solitario, miliardario e proprietario di un ospedale, che risvegliatosi da un coma è assalito dai sensi di colpa per la perdita degli unici amici che aveva. Viene contattato dalla figlia della coppia Olivia (Dakota Fanning), che in tenera età aveva soprannominato affettuosamente “Poodle”. La ragazza, prossima al parto, sta per sposarsi con il neo dottore Luke (Theo James); ai due innamorati non manca nulla in termini di volontà, ma il loro profilo economico non gli garantisce il massimo per il loro futuro, a questo penserà Franny, il loro “Benefattore” (The Benfactor è il titolo originale della pellicola). Quella che ad un primo  sguardo può passare per la filantropia di un vecchio amico, nasconde in realtà un personale e morboso bisogno di ricostruire una propria personalissima realtà, ricca di un grande vuoto emotivo, sostituendo la coppia di amici di un tempo, ormai non più in vita, con i due giovani “sconosciuti”. Così Franny, che entra nella vita dei due come uno zio premuroso, diventerà presto un peso, una figura invadente e non sempre ben voluta. Richard Gere, che con sincera generosità si mette ancora una volta a disposizione di un regista emergente per far decollare il suo film, è un esempio di reale filantropia, e non delude, non ha paura di mostrare la sua età, resta inossidabile nella classe di un attore che rasserena il pubblico e porta la pellicola a compimento, facendo uscire dalla sala lo spettatore con un sorriso. Il regista, nato nell’84, racconta Gere nella conferenza stampa tenutasi a Roma durante la promozione del film, non voleva connotare il suo protagonista con un particolare orientamento sessuale né voleva che rientrasse in altri stereotipi: Franny è semplicemente un uomo che vive l’amicizia a suo modo e fa della sua vita quello che vuole. Una buona lettura del significato di famiglia, senza implicazioni religiose o di sangue. E’ stato presentato al Tribeca Film festival del 2015 ottenendo un distributore ufficiale, la Samuel Godwyn film. Un film indipendente godibile, al pari di tanti premiati e famosi, esempio di come il cinema d’autore sia a volte sopravvalutato.   
 
Francesca Tulli