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Como Nossos Pais

Domenica 26 Febbraio 2017 22:13
Just like our parents, titolo nella versione anglofona, riassume alla perfezione quella che sarà la spina dorsale del film: viviamo influenzati dalla famiglia e nella nostra esistenza, nel bene o nel male, ripercorreremo parte della vita dei nostri genitori. A questo non c’è scampo. Fin da subito il film brasiliano si strappa di dosso i luoghi comuni legati al proprio paese: favelas, povertà, delinquenza e ignoranza, offrendoci una storia diversa, moderna e appassionante. Film tutto in rosa, come il nome della protagonista, che ci porta tra gli alti e i bassi della sua vita borghese, influenzata dal rapporto burrascoso con la madre e il matrimonio in stato di crisi. Tradimenti, scoperte ed una sana innocenza, senza cadere mai nel moralismo, avvicinano molto il film di Laìs Bodanzky alla visione del maestro Pedro Almodovar.
 
La sequenza iniziale ci propone tutta la famiglia di Rosa (Maria Ribeiro) intorno ad una tavola per un assolato pranzo di famiglia. Durante la presentazioni di tutti i personaggi principali, focalizzate in pochi dialoghi che ben identificano le personalità ed i caratteri, la madre Clarice (Clarisse Abujamra) svela uno scabroso segreto a tutti i partecipanti. La destinataria di tutto questo è proprio Rosa. Scopre alla soglia dei quarant’anni di avere un padre diverso da quello che conosce. Clarice aveva tradito il suo compagno durante un viaggio di lavoro. Marito anch’esso poco incline alla fedeltà. Ormai da molto tempo separati, quello che Rosa pensava fosse essere il vero padre ha bisogno del suo supporto quasi giornaliero. Non si nega tuttavia di conoscere l’uomo che realmente l’ha messa al mondo: un politico di successo. Gli sconvolgimenti non cessano, anzi, vengono amplificati dalla notizia che Clarice sta morendo di cancro. Rosa vede davanti a se muri altissimi, cementati con armatura pesante, visto che anche la sua vita privata non va a gonfie vele. Sostiene lei il suo matrimonio e le due figlie, dato che il marito Pedro (Felipe Rocha) ha un lavoro precario. In più, l’ombra di un tradimento da parte del compagno si fa sempre più largo nella sua mente. La tremenda tempesta davanti a se e dentro il suo cuore la metterà alla prova. Su questi esami si basa la narrazione di Como nossos pais, opera impegnata, ma allo stesso tempo delicata, in competizione nella sezione Panorama al Festival di Berlino 2017.
 
La pellicola è scritta con accuratezza dalla stessa regista con l’aiuto di Luiz Bolognesi. Il film non giudica la donna Rosa, ma la segue semplicemente nella sua vita, fatta di salite e discese. Resistente e forte come una nave durante la peggiore delle tempeste. Senza mai perdersi d’animo, giova sia dei dolori che delle gioie. Nel suo andamento prettamente drammatico ci sono dei momenti di ironia e brio, che regalano al film, con arguzia, una sorta di leggerezza, un anima comprensibile e leggibile da tutti. Argomenti trattari con naturalezza senza calcare troppo la mano, senza mai perdere la tensione drammatica.
 
Un viaggio nelle dinamiche della donna moderna: madre, figlia, moglie, amante, sorella e professionista. Oberata di impegni e scelte. Trovare la propria dimensione in una società prettamente maschilista non è facile. Il film riesce a mettere in evidenza quanto la donna abbia una forza sovrumana per far fronte alle battaglie e uscirne vincitrice dalla guerra. E anche quando viene sconfitta non perde mai completamente la dignità del proprio essere, rispetto all’annullamento che molti uomini si procurano. 
 
Como nossos pais ci mostra come sia arduo trovare un punto di equilibrio nell’esistenza. Il film ci prova, non risolvendo l’enigma, ma portandoci dentro ad esso. Forse la vita stessa è qualcosa da risolvere. Siamo sempre in balia degli eventi. Non sappiamo se troverà una distribuzione sul mercato italiano e questo è un peccato perché è un film ben controllato, piacevole e gratificante. 
 
David Siena