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Alla Ricerca di Dory

Giovedì 15 Settembre 2016 08:24
‘Ciao sono Dory e soffro di memoria a breve termine' così si presenta  con una tenerezza disarmate e due occhi giganti la piccola pesce chirurgo, famosa per aver aiutato un padre disperato a ritrovare suo figlio in 'Finding Nemo' della Disney-Pixar. Oggi dopo 13 anni il regista e sceneggiatore Andrew Stanton (affiancato questa volta da Angus MacLane) prosegue l'avventura con lo spin off dedicato solo a lei 'Alla ricerca di Dory.' Smemorata e colta da una fulminante reminiscenza, per volere del destino, la pesciolina ricorda di essere finita in mezzo all'oceano dopo aver perso di vista i suoi genitori. Comincia un lungo viaggio per ritrovarli, aiutata dai suoi vecchi amici e da nuove bizzarre conoscenze, tra cui spicca Hank, un polpo imitatore scorbutico e affarista con tre cuori sotto la scorsa viscida, l’amica d’infanzia Squalo Destiny e diversi incontri inaspettati. La favola ecologista continua, affronta con delicatezza il tema dell'inquinamento, i fondali dell’oceano sono ricoperti di spazzatura, i paguri fanno la casa dentro alle scatole di latta, Dory stessa resta impigliata nella confezione di plastica delle lattine, ed è là che viene pescata da un centro di recupero per la fauna oceanografica, dove i pesci vengono curati e liberati. Voce italiana della rappresentate del parco è Licia Colò (quella di Sigourney Weaver nella versione originale), che abbiamo incontrato alla conferenza stampa tenutasi a Roma durante la promozione del film. Licia ci ha raccontato che la componente di realismo che c’è nello studio delle specie  di ogni pesce è impressionante a questo proposito ha anche scherzato con noi l’attrice comica Carla Signoris, voce storica della protagonista, raccontando questo aneddoto “per farti capire quanto sono precisi ‘questi’: durante la sessione di doppiaggio di Nemo, mi hanno fatta tornare in studio, telefonando di 14 di Agosto, perché in una battuta Dory diceva “Guarda testuggini!” quando invece si trattava di “tartarughe marine”. Non potevamo tollerare un errore così imperdonabile.” Si toccano due temi portanti delicati: la disabilità, quella che fu fisica nel caso di Nemo, che poteva contare solo su una pinna, è mentale nel caso di Dory, la smemoratezza appunto che ancora una volta da apparente debolezza diventa punto di forza e l’importanza della famiglia, vera o acquisita che sia. Sorprende come gli animatori siano riusciti a trovare un espediente diverso per far attraversare a dei pesci qualsiasi territorio ostile trovando il modo di non restare mai fuori dall'acqua. Riesce nell’importante compito di restare allo stesso livello del film precedente e vanta una qualità d’immagine e grafica 3D eccellente. Ci tuffa in un mondo colorato, tenero ed emozionate, incanta una nuova generazione. Il consiglio per chi ha amato il primo film è quello di restare fino alla fine dei titoli di coda. 
 
Francesca Tulli